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Regione Italiana

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Vinificazione ed Affinamento

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Tipologia

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Formato

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Vitigno Rosso

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Vitigno Bianco

Vitigno Bianco

Produttore

Produttore

Denominazione

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Gradazione

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Produttori Italiani

Sotto-categorie

  • Alberto Oggero

    Alberto Oggero è un viticoltore artigiano innamorato del suo territorio che si sviluppa in provincia di Cuneo esattamente a Santo Stefano Roero, con la necessità di creare vino che sia pura espressione territoriale. Di qui la sfida di dare un’identificazione al nebbiolo della zona Roero non incentrandosi tanto sulle differenze con quelli più blasonati langhiani ma sulle peculiarità del proprio prodotto singolare ed unico. Lo stesso discorso vale anche per l'Arneis portandolo ad un livello tale da uscire dal clichè di vino semplice. Il risultato è il ribaltamento del pensiero comune, donando complessità all’arneis e rendendo di più di facile beva il nebbiolo. Suolo di origine alluvionale con presenza di sabbia e calcare che rendono il terreno soffice e ricco di microelementi, conferiscono le qualità che si ritrovano nei vini di produzione. Il territorio deve essere sinonimo di bevibilità vero elemento che contraddistingue la tipicità dei suoi vini.

  • Alessandro Di Camporeale

    La famiglia Alessandro è impegnata da un secolo come azienda vitivinicola a Camporeale ( PA) in un territorio compreso fra i 400 ed i 600 di altitudine dal clima mite. Sui 40 ettari di vigneti Alessandro coltiva vitigni autoctoni quali Nero d’Avola, Catarratto e Grillo così come varietà internazionali quali Syrah e Sauvignon Blanc. Le attività in vite sono condotte a mano, rispettando i principi dell’agricoltura biologica e con l’utilizzo di pratiche come ad esempio l’uso di rose che segnalano l’attacco dello oidio ed il sovescio che prevede la compresenza fra i filari di colture erbacee che fertilizzano il terreno. Le nuove generazioni degli Alessandro sono i cugini Benedetto l’enologo, Anna che cura l’amministrazione e Benedetto che si occupa del marketing aziendale. I tre giovani hanno intrapreso un progetto sulle pendici dell’Etna chiamato Generazione Alessandro, per la valorizzazione degli storici vitigni Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio Minnella e Carricante.

  • Alla Costiera

    Filippo Gamba eredita la passione per il vino dal padre Gerardo, e già nel 1998 inizia ad approcciarsi all'agricoltura biologica per poi approdare al biodinamico 7 anni più tardi, puntando al raggiungimento di un'agricoltura in perfetto equilibrio con l'ecosistema con il solo utilizzo di metodi e tecniche naturali. I 6 ettari dell'azienda si estendono su un suolo di origine vulcanica nel cuore dei Colli Euganei; il nome dell'azienda, "Alla Costiera", deriva essenzialmente dal fatto che le viti sono esposte al sole. Obiettivo di Filippo è produrre di anno in anno vini naturali che esprimano tutte le caratteristiche del terroir di provenienza con interventi minimi da parte dell'uomo. Vini raffinati ed eleganti, con una precisa identità.

  • Andrea Scovero

    Andrea Scovero dal 1990 coltiva a Costigliole d’Asti sulle colline astigiane il podere di famiglia ; sono 6 ettari vitati nel rispetto dei principi dell’agricoltura biologica, il cui vitigno rappresentativo è la Barbera. Andrea è un vignaiolo rispettoso del territorio, in cui si integra per produrre vini che hanno carattere austero e sincero, generati da piante in cui la chimica è bandita e che fermentano spontaneamente in cantina. Barbera d’Asti Dolcetto e Nebbiolo sono il frutto del lavoro di Andrea per una produzione di 12.000 bottiglie totali.

  • Antica Compagnia dei...

  • Berritta Dorgali

    L'azienda coltiva viti ed ulivi da più generazioni. La superficie è di circa 13 ettari di cui 10 dedicati ai vigneti. I terreni sono ubicati nell'agro di Dorgali, all'interno della vallata di Oddoene che è locata nei pressi del mare e i suoli sono ricchi di granito in disfacimento misto calcare. qui il microclima conferisce alla zona un carattere inconfondibile, che si adatta perfettamente alla coltivazione della vite. I vitigni sono costituiti per il 75 per cento dal Cannonau poi si coltiva il Syrah vinificato sia in purezza, sia con un blend insieme al Cannonau. A partire dall’annata 2020 viene prodotto  anche il Vermentino. Discorso a parte va fatto per il Panzale, raro vitigno autoctono a bacca bianca, in origine destinato per il consumo come uva da tavola, e riscoperto grazie ad Antonio Berritta, che a partire dagli anni Ottanta, ha iniziato un lungo e attento lavoro di recupero e selezione di questa pianta, con l’obiettivo di realizzare un vino dal sapore peculiare ed inconfondibile. Il Panzale, imbottigliato dal 2005, sprigiona un’enorme freschezza, sapidità e delle note di mandorla. Le viti vengono allevate da sempre con metodi tradizionali e tecniche agronomiche volte ad una produzione biologica, rispettosa delle stesse piante, dell’ambiente e del terreno. Certificati bio dal 2019.

  • BriccoBracchi

    A Dogliani, sulla collina di Santa Lucia a 500 m. di altitudine, i Bracchi scorrazzano, fiutano e difendono il Bricco. C’è passione, sana follia e tanta energia nel nuovo progetto di Sara Calcagno e Marco Battaglino. Incuranti dello scetticismo degli amici vignerons, in una vigna esposta a sud-ovest di marne bianche, le piante di dolcetto di 50 anni sono state innestate con Timorasso. I vini hanno autentica territorialità, piacevole efresca rusticità e una personalità infinita.

  • Bolsignano

    L'azienda di Roberto Rubegni , situata a sud-ovest del comune di Montalcino a un'altitudine di circa 300 metri sul livello del mare su un terreno galestro-tufoso particolarmente adatto ai vini da lungo invecchiamento, produce circa 5000 bottiglie di Brunello e 4000 di Rosso di Montalcino sui 3 ettari coltivati a sangiovese. La filosofia di Roberto, vignaiolo anticonformista, è cercare di intervenire il meno possibile sia in vigna che in cantina, lasciando che il vino sostanzialmente "si faccia da sè"; ne escono vini naturali eccezionali, equilibrati, persistenti, destinati a durare nel tempo.

  • Calcagno

    Franco e Gianni a Passopisciaro non ci sono arrivati negli ultimi anni, ci sono sempre stati! Da 5 generazioni la loro famiglia produce vino sulle pendici più vocate dell ’Etna e dal 2006 si è realizzato il sogno di commercializzare le proprie bottiglie. Oggi, insieme a Giusy(figlia di Franco), sono tra le realtà più autentiche e apprezzate della denominazione. Gianni con meticolosità e l’esperienza acquisita dal papà e dal nonno cura i vigneti, Franco gestisce la parte economica dell’azienda e Giusy l’accoglienza in cantina per le degustazioni. Sperimentazioni in cantina senza mai dimenticare la tradizione vero fulcro aziendale.

  • Azienda Agricola Carla...

    “Podere Trinci”
    Località Fonte di Foiano 147, 57022 Castagneto Carducci (LI)

    Il “Podere Trinci” alla Fonte di Foiano è un rettangolo di circa 3 ettari adagiato alle pendici della collina di Segalari, all’interno di una delle più famose zone viticole italiane, la DOC Bolgheri. Si trova tra la via vecchia Bolgherese e la via Bolgherese (al Km 6,350), che collega Castagneto Carducci a Bolgheri, oggi più nota come “Strada del Vino e dell’Olio Costa degli Etruschi”. E’ protetto lato monte da querce e lecci secolari, lato mare da un filare frangivento di olivi stretto tra un cipresso ed una quercia.L’azienda viene gestita in proprio ed attualmente è prevalentemente concentrata sulla produzione vitivinicola e oleicola che portano un vino rosso ad IGT e un olio extravergine di oliva genuini, perché ottenuti attraverso lavorazioni colturali rispettose del terreno e delle piante, secondo procedimenti tradizionali nella salvaguardia delle proprietà e caratteristiche naturali delle materie prime e dei loro prodotti.

  • Casanuova delle Cerbaie

    Orientarsi e comprendere Montalcino è pratica sottovalutata. Il brand è così imponente che spesso latita un discorso approfondito sul territorio e le enormi differenze che lo compongono. Casanuova si sviluppa dalla collina di Montosoli (cru storico della zona, caratterizzato da acidità elevate euna trama tannica molto setosa), fino ai colli su cui erge Montalcino con vitigni esposti prevalentemente a sud ovest (che esclude il deleterio scirocco)su rocce calcaree, marmose, argillose e conglomeratiche. Ma Casanuova è anche un’azienda “vecchio stile” - se la definizione può avere senso - di quelle che badano poco alla forma e molto alla sostanza. Hanno un sito essenziale, non sono invadenti sui social, recensiti dagli influencer e scrivono ancora gli abbinamenti consigliati nel retro-etichetta. Però sanno fare il vino, con un’impronta rigorosa, quasi austera e una longevità esemplare, semplicemente facendo parlare una zona di Montalcino piuttosto unica, nota agli intenditori per la rara magrezza dei terreni.

  • Cavaliera

    L’azienda è nata negli anni ’90 e si dedica alla produzione di vino con metodo biologico nei vigneti di proprietà, ma gestisce anche l’attività ristorativa presso la medesima sede. La Cavaliera è a conduzione familiare ed è incentrata sulla coltivazione delle uve tipiche della zona di Castelvetro (MO),ossia Lambrusco Grasparossa, Pignoletto, Malbo Gentile e Trebbiano. La maggior parte dei vini prodotti ha le bollicine e la presa di spuma avviene in bottiglia con degorgement a la volè , ma non mancano sperimentazioni. La tenuta produce come da miglior tradizione modenese un aceto balsamico tradizionale definito oro nero, che riposa nel tasel ( solaio) della struttura.

  • Collestefano

    Collestefano è si il nome della località poco distante da Castelraimondo, ai piedi dell’appennino marchigiano, ma per Fabio Marchionni è un’autentica filosofia di vita. Un miracolo eno-socio economico con al centro il rapporto rispettoso con la natura e l’ecosistema. Da più di vent’anni la ricerca della biodiversità e le pratiche biologiche, ne sono la naturale conseguenza. L’ultima novità è invece la rivoluzionaria gestione delle infestanti con l’introduzione delle fragoline di bosco come pacciamatura viva nei sottofila.

  • Corte Pagliare Verdieri

    Nei pressi di Commessaggio in provincia di Mantova è ubicata la tenuta che si estende all'incirca per 5000 metri quadrati dove Mimma e la suocera Amedea ed il figlio Stelvio , si occupano dei 20 ettari di terreno secondo i dettami dell'agricoltura biologica. Nessun tipo di interventismo in cantina, no all'agricoltura intensiva e rispetto per la natura. Si producono principalmente Lambrusco Viadanese, Lambrusco Salamino(fermo ed affinato in botte grande di rovere), Lambrusco di Sorbara ed Ancellotta(una versione in purezza veramente da ricordare). Raccolta manuale, vinificazione senza l'utilizzo di additivi e conservanti, basso uso di anidride sofforosa e rifermentazioni in bottiglia.

  • Costa Archi

    Gabriele Succi, vignaiolo intraprendente e anticonformista, diviene titolare dell'azienda di famiglia nel 1995 e pian piano delinea una sua filosofia produttiva; Costa Archi, 11 ettari coltivati principalmente a Sangiovese nel cuore della Romagna più rurale e meno conosciuta, produce vini robusti, schietti, sinceri, con un'identità ben precisa, grazie ad uno straordinario lavoro in vigna e a interventi minimi durante il processo di vinificazione. Vini raffinati e di carattere, che da un lato esprimono perfettamente il territorio di provenienza e dall'altro la personalità estrosa di Gabriele.

  • Croci

    La Tenuta vitivinicola Croci si trova in Val d’Arda ,davanti al paese medievale di Castell’Arquato in provincia di Piacenza. Massimiliano aiutato dalla famiglia gestisce 10 ettari vitati, non utilizzando sostanze tossiche, diserbanti e concimi. Obiettivo della famiglia è quello di valorizzare il territorio ed i vitigni che lo caratterizzano: Ortrugo, Moscato, Malvasia, Barbera e Bonarda. Croci ha deciso di conservare la tradizione della fermentazione spontanea in bottiglia , tecnica che prevede l’imbottigliamento dei vini fermi in primavera con un residuo zuccherino naturale che i lieviti indigeni trasformano in anidride carbonica, depositandosi poi sul fondo della bottiglia.

  • Dianetti

    Famiglia di vignaioli storici della Val Menocchia dove  microclima e terroir sono un perfetto connubio: zona vicina ai monti Sibillini e non lontana dalla costa adriatica che crea quel giusto mix grazie alle forti escursioni termiche dovute all’incontro di brezza marina diurna e correnti provenienti dalle montagne. Quattro ettari di vite da cui nascono vini che sono il perfetto esempio di terroir dove la mano dell'uomo è solo di aiuto a ciò che esprimono di per sè la terra e la vigna. Vini dal carattere franco, di grande scorrevolezza e perfetta espressione del luogo di provenienza dove Emanule, grazie all'artigianlità del suo lavoro in cantina, ne esalta le qualità gusto olfattive.

  • Failoni

    L’azienda si trova a Staffolo borgo medievale sulle colline marchigiane a poca distanza dal mare. Il podere si trova alle sorgenti del Cesola, un affluente dell’Esino, in una vallata con un microclima ideale per la coltivazione della vite, con importanti escursioni termiche giornaliere. I Terreni sono argillosi e calcarei con una presenza sabbiosa e minerale di origine marina. Failoni coltiva dal 1990 i vitigni rappresentativi delle Marche da cui si ricavano vini di fama nazionale: Verdicchio dei Castelli di Jesi(100% verdicchio), Rosso Piceno ed Esìno Rosso in cui sono presenti in percentuali differenti Montepulciano e Sangiovese.

  • Fattoria Pomona

    Monica Raspi dopo aver abbandonato il mestiere di veterinaria decide di occuparsi dei vigneti e degli ulivi di famiglia, e diviene proprietaria della cantina Fattoria Pomona. I 6 ettari di vigneto di proprietà con esposizione ad est e ad un’altitudine di 350 metri sul livello del mare contornati da zone boschive che ne mitigano il microclima. Certificazione biologica dal 2012, i vitigni sono costituiti principalmente da Sangiovese, Cabernet Sauvignon, e Trebbiano Toscano: vengono limitati gli interventi anticriptogamici e utilizzato il sovescio per favorire una crescita dell’uva il più naturale possibile. Pochi interventi in cantina che possano modificare le annate non perfette, fermentazioni sulle bucce in acciaio ed affinamenti in botti grandi di rovere di Slavonia sono il segreto che rendono il Chianti di Pomona riconoscibile e con una identità ben precisa che richiama perfettamente il territorio di provenienza. Non è un caso che quando si degusti un Chianti di tale cantina ci si trovi immediatamente con la mente catapultati nella zona di origine Castellina. Sangiovese in purezza sinonimo di tipicità.

  • Fontefico

    Fontefico è un’azienda agricola biologica che si affaccia sul Golfo di Vasto dal promontorio della riserva naturale di Punta Penna. La tenuta comprende circa 15 ettari vitati solo con vitigni autoctoni, come il Pecorino, il Trebbiano e il Montepulciano. La zona è particolarmente vocata: i venti freschi e salini dell’Adriatico rendono i vini minerali e sapidi,con una struttura e una longevità non comuni. Fontefico, condotta dai due fratelli Nicola ed Emanuele Altieri, sin dall’inizio ormai oltre vent’anni fa, punta ad una qualità senza compromessi, partendo da un’agricoltura sostenibile e producendo vini oltre le mode del momento. Ogni vino proviene infatti da una singola e specifica vigna, dalle caratteristiche uniche e irripetibili. Ogni vigna ha quindi la sua identità che si ritrova sull’etichetta di ciascun vino. Così il Pecorino Superiore è “la canaglia”, perché il vigneto è dispettoso e non si lascia domare, ma poi si fa perdonare donando un vino superlativo, complesso e peculiare. Il Montepulciano d’Abruzzo è la “Cocca di casa”, perché questa dopo tutto è l’uva prediletta. E così via, ogni vigna un’identità e ogni vino un personaggio,con la particolarità che ognuno di questi protagonisti,vendemmia dopo vendemmia, viene disegnato sull’etichetta in modo diverso, per raccontare un aneddoto dell’annata. E così mettendo insieme le bottiglie delle varie annate e dei vari vini, si ha la storia di Fontefico. Una storia che parla di territorio e autenticità.

  • Francesco Brigatti

    Alle porte di Suno, in un piccolo borgo in provincia di Novara, nell’alto Piemonte a pochi chilometri dal lago d’Orta, in una zona vocata per l’agricoltura, si estendono i circa 6 ettari vitati della cantina di Francesco Brigatti. Una collina(Motziflon) adatta allo sviluppo dell’attività vitivinicola, ubicata alle spalle del Monte Rosa con esposizione a sud e dal terreno fortemente argilloso situazione ottimale per la produzione di vini di grande qualità. Non appartenente a nessuna categoria specifica, biodinamico, biologico o naturale per non avere identificazione specifica, francesco crede nella lotta integrata in vigna e nel rispetto per l’ambiente: non utilizza prodotti chimici ed durante la vinificazione utilizza prettamente lieviti indigeni producendo circa 30.000 bottiglie all’anno. Attraverso il sorso al bicchiere si riescono a riconoscere le varie differenze territoriali in relazione al vitigno in questione riconoscendone le peculiarità attraverso la franchezza e non per mezzo di tecniche in cantina od a maturazioni eccessive in vigna finalizzate all’ottenimento di un prodotto ordinario e costante.

  • Giacomo Boveri

    Chi ha detto che il Timorasso deve essere un vino grasso, avvolgente e potente? Forse chi non conosce i vini di Giacomo Boveri dove mineralità,bella acidità e propensione all'invecchiamento sono il cardine del suo modo di intendere il vino. Le origini e l'estrazione contadina della famiglia sono il punto focale su cui si basa la ricerca finalizzata a produrre vini contemporanei lavorando su vitigni spesso sottovalutati me che grazie a questo hanno un rapporto qualità prezzo ineguagliabile. Tradizione e territorio legati in maniera imprescindibile all'agricoltura in modo da rendere il vino appunto territoriale.

  • Giovanni Rosso

    L'azienda di Giovanni Rosso a Serralunga d'Alba vanta oltre un secolo di storia, da più di 100 anni la famiglia dispone di circa 10 ettari suddivisi tra i migliori cru della zona, a cui si è recentemente aggiunto un ettaro nella celeberrima Vigna Rionda. Nel 2001 il figlio di Giovanni, Davide, prende le redini dell'azienda dal padre e inizia a seguire il lavoro in vigna e in cantina con un solo dichiarato obiettivo: rendere il suo vino la perfetta copia del terroir. L'azienda non fa uso di diserbanti e vinifica in maniera tradizionale usando soltanto lieviti indigeni; ne escono vini che sono la perfetta espressione del territorio, di grande classe ed eleganza e destinati a durare nel tempo.

  • Giuseppe Principiano

    L’azienda vitivinicola ,situata nelle Langhe , è condotta da Giuseppe e dal figlio Francesco che rappresenta la quarta generazione impegnata nell’attività di famiglia. Costituita da circa 8 ettari di vigneti compresi fra i 280 ed i 400 m sopra il livello del mare, in cui vengono coltivati Dolcetto Barbera e soprattutto Nebbiolo. In cantina si utilizzano vasche in acciaio e botti grandi in rovere di Slavonia da 25 ettolitri. Principiano nel rispetto della tradizione trasforma l’uva conservandone la ricchezza e valorizzando la tipicità del territorio.

  • Il Borghetto

    Dal Borghetto è stato amore a prima vista, già dal colore del Montigiano, un sangiovese travolgente (che fa solo cemento) fragrante e luminoso, il biglietto da visita di una cantina fuori dal coro, legata al nome di Antonio Cavallini e alla mano felice di Tim Manning, già compagno solidale di Sean O’Callaghan a Riecine, con cui da anni condivide un’idea molto originale del Sangiovese, tutto giocato sulla finezza, l’energia e l’eleganza. Tutti i vini escono senza la dicitura Chianti Classico, anche se vigne e cantine sono nel centro della denominazione, a Montefiridolfi (San Cascian Val di Pesa). Montesassi, Bilaccio e Calante, mostrano personalità diverse, accomunate da una volontà sperimentale che trova nella macerazione a grappolo intero, in percentuali diversi per ogni selezione, il tratto distintivo. Cinque scarsi gli ettari, esposti a sud e sud ovest: una ventina di piccoli appezzamenti disposti su pendii per gambe allenate.

  • I Favati

    I Favati sono i due fratelli Giancarlo e Piersabino, quest’ultimo a occuparsi delle vigne, ma il motore e il cuore dell’azienda è Rosanna, moglie di Giancarlo, che con coraggio quasi vent’anni fa ha lasciato un posto sicuro in banca per dedicarsi interamente alla cantina. Negli anni ne ha preso sempre più possesso, e la sua energia si riversa nei vini, tutti grande espressione dei rispettivi territori di elezione. Le vigne di Fiano si trovano ad Atripalda, in uno splendido anfiteatro a circa 450 m.s.l.m. con terreni di derivazione vulcanica argillo-calcarei; i vini sono quindi caratterizzati dalla freschezza propria di questa zona dell’areale della Doc. Le vigne di Greco si trovano a San Mango, Venticano, Montefusco, in alcune delle zone più vocate per le rispettive denominazioni, per un totale di 15 ettari.

  • L'Armangia

    L’Armangia in dialetto locale significa rivincita. Quella che Ignazio Giovine e la sua famiglia contadina fin dal diciasettesimo secolo hanno voluto prendersi a dispetto dell’immagine industriale creatasi intorno ai vini di Canelli negli anni ‘80. La conduzione naturale dei vigneti favorisce l’espressione di un territorio da sempre ai vertici per la produzione di Moscato e Barbera. La biodiversità tra i filari qui non è un vocabolo alla moda ma un dato di fatto derivato da 25 anni di inerbimento permanente e periodici sovesci. Rispetto per l'agricoltura senza concimazioni chimiche e con un bassissimo utilizzo del diserbo e dei trattamenti antiparassitari.

  • La Dama

    La Dama è stata avviata nel 2006 da Gabriele e famiglia che sono la prima generazione a dedicarsi alla coltivazione delle vigne. La cantina ha sede a Negrar ma i 10 ettari di vigneti si snodano fra Negrar e Sant’Ambrogio di Valpolicella. Le uve autoctone espressione del territorio danno origine a vini che dal 2015 hanno la certificazione biologica. Dalle uve Corvina, Corvinone, Rondinella e Molinara si producono i classici Valpolicella, Ripasso, Amarone(nel vigneto il Corbellari di 2 ettari) e Recioto. Interessante l’origine del nome Molinara da mulinara(mulino) attribuito al fatto che gli acini sono così tanto pruinosi da sembrar cosparsi di farina.

  • Marco Gatti

    Marco Gatti, vignaiolo e vivaista, produce il suo verdicchioa Cerreto D’Esi. Personaggio schivo, lontano dal crescente numero di vignaioli-personaggi, tutto dedito alla valorizzazione del Verdicchio di Matelica, partendo dai vigneti, una moltitudine di piccoli appezzamenti, alcuni con vigne notevolmente longeve, con splendide esposizioni che godono di ventilazione ed escursioni termiche costanti. I vini di Marco colpiscono per la nitidezza, la beva compulsiva, la sferzante salinità che lo rendono un caparbio interprete del territorio. Il territorio embra quasi una zona montana al primo approccio, eppure non siamo lontani dal mare. Fantastiche esposizioni, un livello qualitativo in crescita costante, rendono il Verdicchio di Matelica uno dei grandi sottovalutati dall’enomondo.

  • Marco Sara

    A cavallo del 2000 Marco Sara, insieme con la moglie Sandra, prende in mano le redini della cantina fino ad allora gestita dal padre.Ci troviamo a Savorgnano del Torre in provincia di Udine nei Colli orientali del Friuli dove sono ubicate le vigne dell'azienda, soprattutto autoctoneia in vigna che in cantina, si utilizza il metodo biologico, con chimica ridotta ai minimi termini in quanto non si usano pesticidi ed utilizzo esclusivo di concime naturale. Ci troviamo di fronte ad un vero artigiano del vino: i vini sono naturali e caratterizzano alla perfezione il territorio. Utilizzo di lieviti indigeni, pochi interventi invasivi durante le vinificazioni senza ausilio di alterazioni ed un uso della solforosa praticamente inesistente. E' questa filosofia che rende i vini di Marco Sara estremamente veri, caratteristici e sinonimi di riconoscibilità. Bevute che richiamano il vitigno di una sincerità e profondità fuori dal comune.

  • Marino Abate

    Vincenzo e Rossella, rappresentano la terza generazione di viticoltori a casa Marino Abate, e sentirli raccontare al tempo stesso col sorriso e con orgoglio di come il nonno ancora imponga metodi di lavoro tradizionali nel vigneto restituisce lo spaccato di questa azienda, la cui filosofia produttiva abbraccia con passione l’interpretazione del territorio, la cura della vigna e rispetto della natura e dei suoi ritmi, applicando i principi dell’agricoltura biologica dal 2008. Artigiani del vino, entusiasti di modellare con passione e dedizione il frutto della vigna. Il territorio è caratterizzato da colline che partono dal mare e arrivano fino nell’entroterra trapanese. L’azienda è situata in una delle Contrade più alte di Marsala, con una superficie di 16 ettari tra uliveti e vigneti: terreni calcarei per inzolia e catarratto, argillosi per il perricone.

  • Mario Portolano

    L’azienda ha sede a Pozzuoli e vinifica uve di proprietà, producendo tre vini rossi da Piedirosso ed Aglianico ed un bianco da uve falangina. La tenuta si estende per 5 ettari e mezzo su di un terreno vulcanico e gode di un clima mediterraneo, con inverni miti ed estati secche mitigate però dalla brezza marina. Le uve che danno origine alle quattro etichette sono trattate con massima attenzione per consentire loro di esprimere nel miglior modo il carattere del  territorio su cui vengono coltivate. Ne nascono il Piedirosso, la Falanghina, il Donna Teresa (blend di Piedirosso e Aglianico ) ed il 6 Pollici Aglianico in purezza.

  • Mattia Filippi

    Viticoltore riflessivo e molto acuto, Mattia Filippi è un uomo di vigna che da una parte si riconosce perfettamente nei suoi vini e dall’altra è sempre più spesso chiamato come consulente agronomo e/o enologo inItalia e all’estero. Il suo radicamento con il territorio trentino di Faedo si basa su una profonda connessione biografica. Grazie all’altitudine (600 metri) e alle caratteristiche del suolo con un alto contenuto di argilla, combinate all’esposizione nord-ovest e all’altitudine, nelle vigne di Mattia vi è una condizione unica per l’identità del Müller Thurgau, vinificato dalle uve della località Portadon. Dimenticate in pratica l’idea commerciale del vitigno e una sua certa faciloneria aromatica per imbattervi in un rigoroso bianco di montagna, che si esprime al meglio dopo quasi un lustro dalla vendemmia. La vigna di Chardonnay è stata invece realizzata alla fine degli anni ’80 su un terreno con la pendenza del 100% ed esposta a sud-est, in zona Palai bassi-Molini. La form adi allevamento a pergola semplice permette alle uve di raggiungere un’ottima maturazione preservando intatto il quadro acidico che permette di realizzare un grande metodo classico.

  • Miotto

    Nata come azienda Agricola in Valdobbiadene, nel tempo si è sempre più avvicinata alla vitivinicoltura, in un territorio conosciuto in tutto il mondo per la produzione di Prosecco, che da oltre 10 anni identifica un territorio compreso da Veneto e Friuli, costituito da 7 province e nel quale l’uva regina è la Glera. Valter Miotto assieme ai figli Matteo ed Andrea hanno costruito una realtà moderna ma profondamente legata al territorio ed alle tradizioni. Il lavoro è svolto manualmente , la filiera è corta e consente un rapporto diretto con i produttori stessi, affinchè gli ospiti possano apprezzare la qualità dei vini stessi. La presa di spuma avviene attraverso il diffuso metodo Charmat ma la cantina valorizza anche il più antico metodo di rifermentazione in bottiglia che ci regala vini gustosi “ Col Fondo”.

  • Monte Alto Franciacorta

    Ai piedi del Monte Alto, in un paesaggio mozzafiato nella zona occidentale del Franciacorta, si estendono i tre ettari vitati dell'Azienda Agricola Monte Alto, piccola realtà che esprime il territorio di origine attraverso un costante lavoro artigianale che parte dalla vigna ed arriva direttamente al bicchiere. Ci troviamo a Clusane e qui la fa da padrone il pinot nero, uva principale per la composizione delle cuveè su cui si focalizza il progetto aziendale e vero cardine e veicolo della peculiarità di tale territorio. I rossi, anch'essi sinonimo di territorialità, fanno affinamento in botte grande non di primo utilizzo: le fermentazioni avvengono per mezzo di lieviti indigeni e basso utilizzo di solforosa. meticolosità in vigna e limitazione delle correzioni permettono ad Alberto di creare piccoli gioielli enologici che rappresentano pura espressione e caratterizzazione di un territorio vocato.

  • Montecalvi

    Come moltissime aziende dell’area del Chianti Classico, Montecalvi ha una storia quasi millenaria (che proveremo a raccontare sinteticamente) ed una modernità fatta prima di nuovi investimenti, con l’arrivo negli anni ‘80 della famiglia Bolli e dal 2017 di una proprietà australiana. Inglobata nell’anticosistema della mezzadria, la cantina produce vino sin dal 1400 sotto la tenuta del Castello di Uzzano, un tempo di proprietà di Niccolò da Uzzano, politico fiorentino legato ai Medici. Saltando avanti di sette secoli, il nuovo titolare James Drake, coadiuvato dalla gestione commerciale di Jacqueline Bolli, guida la recentissima svolta e decide di affidare il progetto a Tim Manning, da ormai un ventennio winemaker molto apprezzato da queste parti, prima a Riecine, poi da Il Borghetto e ora deux ex machina di Montecalvi e di altri progetti di cui sentirete molto parlare. Se le prime vendemmie curate da Manning raccontavano già un cambio di direzione stilistica, soprattutto sul Sangiovese, sempre più improntato al dinamismo e alla fragranza espressiva, è stato l’assaggio in vasca della 2019 a convincerci delle grandissime potenzialità del loro Chianti Classico. La grande conferma in bottiglia ci ha convinto totalmente: un millesimo felice, interpretato sul connubio più proficuo che può dare il vitigno, quindi carnoso e profondo da una parte, gioioso e dalla grande finezza dall’altro, scarico al colore e di grande bevibilità. La cantina - 4 ettari in biologico - è situata nella sottozona di Greve in Chianti, con i vigneti Montecalvi e Le Terrazze dedicati soprattutto al Sangiovese.

  • Mulini di Segalari

    Piccola realtà nata nel 2002 in cui è stato recuperato pienamente il luogo con restauro degli antichi mulini del ‘700. I vigneti, 2,7 ettari, in collina da 90 a 120 metri s.l.m., seguono l’andamento naturale della pendenza dei terreni, a cavalca poggio, e sono orientati nord-sud, ottimizzando l’illuminazione del sole. I vitigni rossi, classici della Doc Bolgheri, sono Cabernet Sauvignon e Merlot in gran parte, Petit Verdot, Syrah, ma anche Sangiovese, Ciliegiolo e Pugnitello. I vitigni bianchi sono Vermentino, Manzoni Bianco e Viognier in cui l'ubicazione tra il torrente e la zona pedecollinare crea un perfetto microclima con escursione termica tra giorno e notte. I vigneti sono allevati a cordone speronato, a guyot e ad alberello, sono coltivati in modo naturale, con la certificazione biologica di Icea, e quella biodinamica di Demeter, senza concimazioni chimiche, senza utilizzo di prodotti sistemici, privilegiando la fertilizzazione dei terreni con la pratica del sovescio lasciando che da sole trovino le risorse per vegetare autonomamente. La fermentazione avviene soltanto con i lieviti indigeni ed ilvino matura in contenitori di cemento, di terracotta ed in botti di rovere da 10 e da 23 ettolitri. La bassa resa ad ettaro (50 quintali), la selezione delle uve e la naturalità delle vinificazioni senza aggiunta di additivi chimici, esprimono e valorizzano nel vino l’unicità del terroir di Bolgheri.

  • Nibali

    Luigi Nibali fonda l'azienda nel 1960 con vigne di proprietà situate a Passopisciaro, Castiglione di Sicilia, sul versante Nord del Monte Etna. I 4 ettari di vigneto, coltivati principalmente a Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio, si trovano in località Feudo di Mezzo e Moganazzi a un’altitudine di 600m sul livello del mare su terreni vulcanici soleggiati e ventilati dalle correnti marine e dai venti del vulcano, con altissima escursione termica. La vinificazione avviene in maniera naturale con solfitazione al minimo e grande rispetto dell'ambiente. L'azienda produce prevalentemente vino ETNA ROSSO DOC, TERRE SICILIANE ROSSO IGP e vino bianco TERRE SICILIANE IGP.

  • Oro Di Diamanti

    L'azienda di Susanna Diamanti segue da anni con entusiasmo e disciplina il metodo biodinamico; uve biologiche provenienti esclusivamente da vigneti di proprietà, fermentazione spontanea usando solo lieviti autoctoni, esclusione assoluta di prodotti di origine animale, pesticidi e diserbanti, minimo utilizzo della solforosa, il rispetto della natura è alla base della filosofia di questa piccola azienda situata a Zola Predosa nel cuore dei Colli bolognesi. Nella produzione dei vini frizzanti Metodo Classico al termine della fermentazione i vini riposano sui loro lieviti rigorosamente autoctoni in bottiglie sdraiate per almeno nove mesi a cui seguono remuage e sboccatura alla voleè. La produzione annuale annua è intorno alle 15000 bottiglie fra Pignoletto e Cabernet Sauvignon.

  • Pietregiovani

    L’azienda agricola Pietregiovani è nata nel 2009 da un’idea di Fabio Pietrogiovanni  il quale, dopo aver maturato un’esperienza lavorativa a Milano, scelse di tornare nelle terre d’origine con l’intenzione di ripartire dall’agricoltura. Il terreno è in provincia di Bari ed è costituito da 9 ettari tra oliveti, vigneti ed alberi da frutto coltivati con dedizione ed evitando l’uso di pesticidi, diserbanti e di fertilizzanti chimici. I vitigni dai quali Fabio produce i suoi vini sono i già noti Primitivo, Negroamaro e Fiano.

  • Podere Colle San Massimo

    Il Podere Colle San Massimo è un'azienda giovane con poco più di dieci anni di attività. Salvatore e Cinzia gestiscono un terreno vitato che si estende su una collina difronte al mare, che gode di un clima ventilato. I vini prodotti sono il risultato di coltivazione biologica con rese contenute, ma quello che conta maggiormente per i titolari è che il vino è un prodotto naturale che ogni anno cambia carattere in base al clima, così come l'uomo cambia umore ed è imprevedibile. Passerina, Pecorino e Montepulciano d'Abruzzo sono espressione massima del territorio. 

  • Rielinger

    La Tenuta Rielinger si trova sull’altopiano di Renon a 750 metri s. l. m. , circondata da frutteti e vigneti. Coltivatori di viti da tre generazioni, soltanto dal 2011 ha deciso di lavorare tutto il raccolto e di venderlo, dopo decennali conferimenti di parte delle uve alla cantina sociale di Val d’Isarco. Dal 2015 Rielinger si è associata a Bioland ed il vino prodotto dal maso viene coltivato secondo le direttive biologiche e certificato dall’associazione a cui aderisce. Alta qualità dal vigneto alla cantina I vitigni coltivati sono i classici ed amati Riesling, Kerner, Muller Thurgau, Schiava e Zweigelt.

  • Rizzi

    Nel cuore delle Langhe esattamente a Treiso punto cruciale della zona del barbaresco si trovano i vigneti della cantina Rizzi gestita in maniera impeccabile da Ernesto Dallapiana assieme alla moglie ed ai figli. Parliamo di 44 ettari di vigna divisi tra Nebbiolo, Barbera, Dolcetto, Moscato, Freisa, Chardonnay e Pinot Nero. Perfetta ubicazione della collina al riparo dalle correnti, suolo calcareo, ottima esposizione al sole dei vigneti e microclima adeguato, regalano vini autentici e alto livello qualitativo. In questa azienda vitivinicola vi è una perfetta sintesi tra tradizione ed innovazione con una particolare attenzione per l’ecosistema tramite l'utilizzo di letame e sovescio per le concimazioni, e di rame e zolfo per combattere funghi e parassiti. La passione per la terra ed una particolare attenzione alle tecniche di produzione da come risultato vini eccezionali e costanti ed affidabili nelle varie annate.

  • Ruge

    Una collina che domina incontrastata la meravigliosa vallata che va da Sacol, passando per Santo Stefano, fino ad arrivare a Guia. Questo è il territorio della Valdobbiadene dove è ubicata l'azienda agricola Ruge, in cui i fratelli Ruggero(da cui il nome che porta l'azienda) vignaioli per tradizione dai tempi del padre Vittore, dal 2010 hanno intrapreso un progetto nuovo ma sempre legato alla tradizione e nel rispetto della natura. I vini sono appunto pura espressione di un lavoro finalizzato alla qualità di espressione fuori dalle dinamiche espressamente commerciali e competitive che oggi impone il mercato: viti vecchie, in forte pendenza e totalmente raccolte e coltivate a mano da cui tirar fuori l'essenza ovvero la mineralità e la sapidità nel rispetto più rigoroso dei tempi che richiede la natura. Vini quindi territoriali pura espressione della filosofia aziendale.  La presa di spuma avviene attraverso il diffuso metodo Charmat ma la cantina valorizza anche il più antico metodo di rifermentazione in bottiglia che ci regala vini gustosi “Col Fondo”.

  • Spolert Winery

    La tenuta si sviluppa per 8 ettari nel comune di Prepotto(UD), rientrante nella denominazione Friuli Colli Orientali Doc. Si tratta di una storica azienda vitivinicola che di recente è passata sotto la proprietà di Riccardo Caliari, il quale dopo esperienze importanti in altri territori come Montalcino, ha trovato qui il terroir adatto per esprimere la sua idea di vino riguardo vitigni come Ribolla Gialla, Friulano, Schioppettino di Prepotto e Refosco dal Peduncolo Rosso. Utilizzo di vasche di cemento, anfore di cocciopesto e barrique per l'affinamento dei vini, la cui produzione è limitata a 25.000 bottiglie annue.Obiettivo primario dell'azienda è la valorizzazione del vino autoctono da cui il nome alla cantina Spolert che nella tradizione della cucina locale era il centro della cucina la cui funzione era la cottura dei cibi e la diffusione del calora nella casa. L' azienda adotta la lotta integrata con lavoro in vigna ed in cantina nel massimo rispetto dell'ambiente.

  • Terre Di Macerato

    Franco Dalmonte è l’artefice del progetto iniziato nel 2004, realizzatosi acquistando due ettari di terreno a Casalfiumanese (BO) in zona collinare. Il rispetto delle direttive biologiche prevede niente diserbante e no ai concimi chimici, l’uso della solforosa meditato con cura. Fermentazioni e durata delle macerazioni delle uve variano in funzione dell’annata, per ottenere un eccezionale succo da uve Sangiovese che prende il nome di Rhod ( rosso in celtico) e di Audace, vino importante come l’impresa di Franco che investì i propri risparmi per ottenere prodotti di qualità superiore.

  • Torre Degli Alberi

    La cantina prende il nome da un piccolo borgo a 500 metri di altitudine sulle colline dell’Oltrepò Pavese in cui svetta una torre trecentesca di proprietà dei Dal Verme, un’antica famiglia nobiliare originaria di Verona. Un tempo condotte a mezzadria, le terre sono ora dedicate all’allevamento avicolo e bovino allo stato brado di razza Limousine a cui si è aggiunta l’attività vinicola. L’azienda è certificata biologica e concentrata sulla spumantizzazione. Il suolo è concimato col letame aziendale, le viti curate con prodotti biologici e le vendemmie eseguite a mano. La spumantizzazione avviene col metodo classico ma il valore aggiunto è dato dal fatto che il Pinot Nero costituisce l’unico vitigno lavorato.

  • Tenuta Pietramora

    Il valore di una buona selezione sta nel non farsi condizionare, in positivo o in negativo, da mode e dicerie sulle denominazioni di grido o meno in spolvero. Non sono più gli anni ’90 e il Morellino di Scansano è ormai un affare quasi locale, ma è anche un’opportunità per confrontarsi laicamente con una zona tutt’altro che priva di ottime aziende con vigne in zone particolarmente fortunate. È il caso di Tenute Pietramora, da vent’anni avamposto di spontaneo artigianato vinicolo. Nella Maremma collinare più autentica, tra sterrati panoramici a Colle Fagiano, la cantina gode di un microclima fantastico, su colline aerate da venti provenienti dal mare e dai monti, protette da siepi naturali di lecci, capace di dare vivacità e fragranza anche nelle annate più calde. Il terreno, di tipo galestro, ha un composizione mediamente calcarea, scarsa di sostanze organiche e povera di argilla: è particolarmente vocato per il Sangiovese che rappresenta quasi esclusivamente la produzione di 11 ettari dell’azienda. Grande identità territoriale.

  • Ugo Lequio

    Quella di Ugo Lequio è una storia quasi d’altri tempi, in cui a uno dei fratelli di una famiglia langarola non toccano in dote le vigne che vanno ad altri, ma resta comunque la voglia di fare vino. Agli inizi degli anni ’80 quindi Ugo stabilisce un rapporto di fiducia con i proprietari di un vigneto in uno dei più prestigiosi ed eleganti fra i cru di Neive, Gallina, di cui segue passo passo la produzione decidendo le scelte nei momenti cruciali del ciclo della vite, acquistandone poi in blocco le uve. Lo stesso avviene peri vigneti dell’Arneis, nella parte più vocata del Roero. Vinificazioni classiche in legni grandi, fermentazioni spontanee, una mano che ricerca l’eleganza anche in un vino spesso semplice come è l’Arneis, non disturbandolo con pratiche come la criomacerazione, che molti colleghi praticano, e preferendo invece affinarlo qualche tempo in più in bottiglia. Il Cru Gallina, dal quale provengono interamente in purezza il Barbaresco e la Barbera di Ugo, ha un’esposizione sud sudovest molto protetta, che permette al nebbiolo di maturare bene anche in annate complesse e mantenere l’eleganza che contraddistingue i vini di questo cru. Il terreno è marnoso con una percentuale di sabbia a dare setosità ai vini.

  • Unmaredivino

    La storia di Unmaredivino comincia nel 1949 con Gioacchino Sini che, insieme ai due figli Pietrino e Pasqualino, decide di piantare il primo vigneto di famiglia a Berchidda, paesino a forte vocazione vitivinicola sito a metà tra il Monte Acuto e il mare di Gallura. Negli anni successivi fa il suo ingresso in azienda Gioacchino Jr. che, dopo il conseguimento del diploma di perito agrario e studi al Corso di laurea in Viticoltura ed Enologia a Oristano, contribuisce all’innovazione tecnologica ed all’aumento della qualità dei vini prodotti dalla famiglia. Parallelamente il vigneto di famiglia viene reimpiantato dopo un accurato studio sulla composizione dei terreni, arricchendo la base ampelografica aziendale, piantando anche viti di uve Carignano, Merlot, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Sangiovese, oltre alle già presenti autoctone Vermentino e Cannonau. L’approccio alla viticoltura è rispettoso della natura e dell’ambiente, gli interventi enologici sono ridotti al minimo e solo se necessari e anche in cantina si adotta un approccio sensibile. Le vinificazioni tra acciaio e legno e la ricca varietà di vitigni utilizzati, garantiscono una produzione differenziata e peculiare, in grado di guadagnarsi nel corso del tempo la stima e l’apprezzamento di esperti e appassionati.

  • Villa Diamante

    L’azienda a conduzione strettamente famigliare si trova a Montefredane, in collina, a circa 500 metri di altitudine. Un territorio di riconosciuta qualità per il Fiano Irpino. Le uve sono coltivate da sempre con rigorosi metodi biologici e i vini si distinguono per tipicità e longevità. Indiscussi precursori dell’uscita ritardata del vino e del riposo sui lieviti di fermentazione. Dei loro vini, Diamante Renna moglie del compianto Antoine, e la figlia Serena dicono: “cuore, testa e tempo è la terna che ogni appassionato deve trovare nelle nostre bottiglie”.

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